Il termine “Design Thinking” è ormai entrato nel comune gergo progettuale ed è familiare a che realizza progetti che abbiano una componente innovativa incentrata sulla soddisfazione dei reali bisogni degli utenti.
Quali sono i principi che definiscono questo approccio? Quando nasce? Quale è la sua storie e la sua evoluzione? E’ applicabile al mondo digitale? Come? Queste le domande che io per prima ho iniziato a farmi approcciando questa metodologia che sto tutt’ora studiando.
—TIM BROWN, EXECUTIVE CHAIR OF IDEO
Esistono infinite risorse in rete grazie alle quali è possibile approfondire a piacere il tema, qui ho sintetizzato i concetti a mio avviso maggiormente rilevanti:
- Cosa è il Design Thinking?
- Quando nasce il Design Thinking?
- I principali framework del Design Thinking
- Alcuni approfondimenti sul Design Thinking

Che cosa è il Design Thinking?
Il design è da sempre un cardine chive nella realizzazione dell’innovazione per lo sviluppo di prodotti e di servizi. A partire dagli ultimi dieci anni si è affermato sempre di più il concetto di Design Thinking. Questo pensiero progettuale si riferisce ai processi cognitivi, strategici e pratici mediante i quali viene sviluppata la progettazione innovativa di prodotti e servizi all’interno di contesti aziendali e sociali.
L’accostamento dei due termini “design” (progettare, innovare) e “thinking” (pensiero) identificano inequivocabilmente l’obiettivo che si pone questo approccio: la ricerca di soluzioni progettuali innovative. Ma non è solamente questo l’aspetto rilevante, infatti un altro elemento cardine è quello di entrare in empatia con gli utenti per capire quali siano i veri bisogni da soddisfare. Identificati i bisogni ci si interroga su quali siano le possibili soluzioni per soddisfarli e si procedere per iterazione in cicli di progettazione e test con gli utenti, fino a identificare la soluzione più adatta.
Quando nasce il Design Thinking?
Il padre del Design Thinking viene spesso indicato essere David M. Kelley, ma le radici di questo approccio risalgono a quasi 40 anni prima, con la formalizzazione del pensiero creativo e dell’approccio progettuale degli anni ’50, come è molto ben illustrato in questo articolo
Design thinking origin story plus some of the people who made it all happen
Possiamo citare alcune delle tappe che hanno via via codificato, definito e fatto evolvere questo approccio:
- Design e pensiero progettuale come creazione di artefatti, introdotto per la prima volta da Herbert A. Simon nel libro Sciences of the Artificial (1969) in cui per la prima volta il design viene indicato come scienza e modo di pensare.
- Design e pensiero progettuale come pratica riflessiva che Donald Alan Schön ne Il professionista riflessivo (1983) identifica come processo iterativo costante che si verifica durante la pratica progettuale e che porta all’evoluzione del progetto stesso.
- Progettazione e pensiero progettuale come attività di problem solving che Buchanan nel suo articolo Wicked Problems in Design Thinking (1992) riflette sul concetto di wicked problems come evoluzione dell’approccio progettuale lineare per step identificato da Rittel negli anni ’60 e identifica il concetto di design come discipline of systematic thinking applicabile alle aree di communication, construction, strategic planning o systemic integration.
- Design e pensiero progettuale come modo di ragionare / dare un senso alle cose che Bryan Lawson ne How Designers Think (2006) e Nigel Cross in Design Thinking: Understanding How Designers Think and Work (2006) hanno esplorato partendo dalle discipline tecniche a loro più vicine.
- Design e pensiero progettuale come creazione di significato in contrapposizione alla visione iniziale in cui il pensiero progettuale era applicato alla generazione di artefatti, che Klaus Krippendorff ha espresso in The Semantic Turn: A New Foundation for Design (2005)
- Design e pensiero progettuale come processo di innovazione che Roberto Verganti ha ben indicato nel suo Design Driven Innovation: Changing the Rules of Competition by Radically Innovating What Things Mean (2009)
A partire dal 2000 il Design Thinking si è sempre più diffuso, sono nati studi di progettazione che ne hanno fatto il proprio principio cardine offrendo consulenza in diversi ambiti.
I principali framework del Design Thinking
Partendo dai concetti chiave del Design Thinking, ovvero la realizzazione di soluzioni come frutto di un processo di prototipazione e test mirato a soddisfare al meglio i bisogni degli utenti, sono stati formalizzati diversi framework, che hanno dato vita ad un sistema ricco e duttile, che a seconda dei contesti d’applicazione e degli specifici obiettivi sia in grado di creare la risposta più adatta.
Rappresentiamo qui di seguito i 4 principali e più noti framework esistenti.
Design Thinking d.School Stanford
— D.SCHOOL

IDEO Human-Centered Design Model
— TIM BROWN, EXECUTIVE CHAIR OF IDEO

Design Council’s Double Diamond
— DESIGN COUNCIL

IBM Design Thinking Model
— IBM

Alcuni approfondimenti sul Design Thinking
Ci sono moltissime risorse in rete, basta digitare la parola chiave “Design Thinking” in un motore di ricerca e vedremo comparire moltissimi link di approfondimento. Voglio però lasciarvi qualche segnalazione che ho trovato interessante e di utilità.
Design Kit by Ideo.org
Design Kit è una risorsa preziosissima, in cui è possibile esplorare passo passo tutti gli step della metodologia IDEO. Articoli riassuntivi con link a video molto veloci e snelli.
Sprint Methods by Google
I Methods sono un altra risorsa davvero molto utile, organizzati per card, aiutano a districarsi non solo nella metodologia generale dello Sprint secondo Google, ma anche nei singoli specifici elementi che li compongono.
Osservatorio del Design Thinking for Business del Politecnico di Milano
A partire dal 2017 questo osservatorio si sta occupando di analizzare ed approfondire l’adozione del Design Thinking in Italia. L’Osservatorio Design Thinking for Business analizza ed approfondisce nel nostro contesto nazionale l’adozione dell’approccio Design Thinking identificando, a seconda del tipo di azienda, dalle sfide e dagli obiettivi del progetto di innovazione, quattro modelli principali:
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